La raccolta dei fondi è un sistema per crescere le proprie idee, progetti ma anche salvare realtà in difficoltà. Oggi più che mai l’importanza di sopravvivere con l’aiuto di altre persone grazie al metodo del crowdfunding è un concetto da far passare e da far conoscere a tutti. Soprattutto perché forse uno dei metodi che più rappresentano il concetto importante della comunità.
Ma andiamo con ordine, gettiamo le fondamenta per costruire un tema delicato e essenziale per chi vuole capire come funziona.
DI COSA SI TRATTA?
Una domanda a cui sembra aver già risposto ma che in realtà abbiamo solo introdotto per incuriosire o confermare qualcosa che già sapevamo.
La nascita della terminologia ad esempio. Il termine “crowdfunding” nasce dall’unione di “crowd”, folla in italiano, e “funding”, che significa finanziamento. Se vogliamo quindi italianizzarlo bruscamente vorrebbe quindi significare il “finanziamento della folla”. Non c’è un riferimento preciso di cosa, ma solo da parte di chi finanzia.
Idee, progetti, eventi, prodotti, magari che ancora devono esistere oppure che già sono realtà ma hanno bisogno di allargare i propri orizzonti con numeri più importanti e quindi soldi per poterne produrre in larga scala. Ecco che quindi siamo già arrivati ad un altro tipo di finanziamento, per un altro obiettivo: realtà esistenti ma con pochi fondi per poter continuare ad esistere.
Negli ultimi anni il crowdfunding si è diffuso, anche in Italia, ed è sempre più utilizzato per realizzare progetti che altrimenti non vedrebbero la luce, tra cui le startup. Sappiamo tutti quanto all’inizio sia difficile, per i fondatori di una startup, convincere investitori e fondi di investimento a finanziare un progetto imprenditoriale che non offre molte garanzie di un ritorno economico.
Ed è proprio qui che entra in gioco il crowdfunding: sempre più startup si affidano a questa forma alternativa di finanziamento per raccogliere i fondi necessari per partire con la propria attività.
Immaginate quindi già da queste prime righe quanto OGGI sia fondamentale avere uno strumento a disposizione come quello del crowdfunding, per sostenere e salvare sempre più aziende, organizzazioni durante il periodo nefasto che vede il protagonista con il nome di Covid 19.
Procediamo quindi con il secondo step per addentrarci completamente in questo tema, ossia come funziona.
COME FUNZIONA IL CROWDFUNDING
Ti sei mai chiesto come funzionasse il crowdfunding? Sulla carta è molto semplice.
Il funzionamento di base è questo: una persona, un’organizzazione o un’azienda ha bisogno di un supporto economico per realizzare un determinato progetto.
Solitamente Internet viene in soccorso per facilitare il contatto tra persona interessate e investitori. Ci si rivolge a diverse piattaforme dove si pubblica il progetto e viene stabilito un obiettivo di raccolta, identificato magari tramite una “startup-valuation”, una vera e propria valutazione della realtà proposta all’investitore, in questo modo viene presentata l’idea e l’obiettivo con la raccolta fondi.
COSA SUCCEDE SE L’OBIETTIVO VIENE RAGGIUNTO?
Se l’obiettivo viene raggiunto o ampiamente superato, il richiedente riceve i soldi, i finanziatori riceveranno una “ricompensa” (dipende dalla tipologia di crowdfunding, ad esempio solitamente gli investitori vengono menzionati nei prodotti creati o supportati, si possono ricevere dei prodotti e via dicendo) e la piattaforma ospitante della raccolta fondi percepirà una commissione.
Se invece malauguratamente l’obiettivo non viene raggiunto con la somma prestabilita entro il termine prefissato, di solito il denaro rimane sui conti correnti degli investitori e il progetto non viene finanziato. Altrimenti, ci sono piattaforme come Indiegogo dove il denaro viene subito prelevato dai conti correnti degli investitori e il progetto viene finanziato anche se l’obiettivo non viene raggiunto nel periodo di tempo stabilito.
CHE TIPOLOGIE DI CROWDFUNDING ESISTONO?
Esistono fondamentalmente 4 tipologie che è necessario sapere per avere quantomeno idea degli scenari in cui una raccolta fondi possa essere definita tale, MA è anche vero che ogni giorno, specialmente in periodo Covid, nascono nuove idee o necessità che non per forza rientrano nelle tipologie che andremo ad analizzare accuratamente. Partiamo!
Reward Crowdfunding
È la forma di crowdfunding probabilmente più diffusa, inizialmente molto utilizzata per finanziare progetti culturali e artistici (film, CD musicali, libri, fumetti, ecc.): in questa tipologia i finanziatori ricevono una ricompensa non monetaria.
Oggi è molto usata nel mondo delle startup, non solo per finanziare, ma anche – e soprattutto – per testare un prodotto. Difatti, se raggiungo l’obiettivo di raccolta, non solo ottengo i fondi necessari per realizzare il mio prodotto, raggiungendo il break even point, ma ottengo anche una sua validazione: in altre parole ho la prova che il mercato vuole il mio prodotto.
Equity Crowdfunding
L’equity crowdfunding è forse la forma più diffusa di crowdfunding, soprattutto nel mondo delle startup. In sostanza i finanziatori del progetto ricevono una piccola quota di partecipazione (equity), diventando dei soci di minoranza, solitamente senza diritto di voto in assemblea, ma con diritto alla distribuzione degli utili.
Se l’obiettivo della campagna viene raggiunto e, in seguito, la startup evolve in un’azienda vera e propria che produce utili, i finanziatori avranno diritto a ricevere una parte di quegli utili sotto forma di dividendi, proprio come gli azionisti delle public company.
Lending Crowdfunding
Noto anche come social lending o P2P (Peer to peer) lending, questa è una forma di crowdfunding attraverso la quale un privato presta una somma di denaro ad un altro privato, attraverso una piattaforma intermediaria, ricevendone in seguito la restituzione comprensiva di interessi.
Ancora poco diffusa in Italia, questa tipologia al momento non è molto usata dalle startup, data la modesta entità delle somme raccolte attraverso le piattaforme
Donation Crowdfunding
Arriviamo dunque all’ultima tipologia, non meno importante anzi forse la più incisiva perché non garantisce un ritorno di alcun tipo ma un risultato di un grande impatto: la sopravvivenza di una realtà in forte difficoltà.
Adottata soprattutto delle organizzazioni no profit per finanziare progetti sociali senza scopo di lucro, questa tipologia è a tutti gli effetti una donazione e, come tale, non prevede alcuna ricompensa, restituzione o partecipazione agli utili per i finanziatori.
PIATTAFORME DI CROWDFUNDING IN ITALIA: LE PRINCIPALI
Tra le quattro tipologie di crowdfunding che abbiamo appena visto, le più adatte per raccogliere fondi per una startup sono le prime due, reward ed equity.
Ma quali sono le principali piattaforme su cui poter contare per poter raccogliere fondi e realizzare i nostri progetti? In Italia come già accennato all’inizio sono diverse le realtà che rappresentano le tipologie raccontate poco prima. Eccovele riassunte:
Mamacrowd
Fondata nel 2016 dal gruppo SiamoSoci e autorizzata da Consob, Mamacrowd è la piattaforma di equity crowdfunding n°1 in Italia, con 17.5 milioni di euro raccolti e 51 campagne di successo, tra cui quella di Startup Italia, che ha raggiunto quasi 3 milioni di euro con un overfunding del 570%.
Contando su un network di partner esperti nel campo, la piattaforma opera una rigida selezione delle startup e delle PMI innovative, al fine di aumentare la probabilità di successo dei progetti proposti.
Crowdfundme
Altra piattaforma italiana di equity crowdfunding, CrowdFundMe è quotato in Borsa Italiana e dal 2013 ha raccolto 14,56 milioni di euro, con ben 49 progetti di successo all’attivo.
Come Mamacrowd, la piattaforma propone progetti imprenditoriali di startup e PMI innovative, basandone la valutazione economica sia sugli asset (materiali e immateriali) posseduta dalla società, sia sulla validità e il potenziale del modello di business.
200Crowd
Piattaforma equity based, 200Crowd appartiene a Two Hundred, una società fintech italiana gestore di portali per la raccolta di capitali.
A differenza di altre piattaforme di equity crowdfunding, 200Crowd prevede un investimento minimo fisso di 500 €, anziché consentire a chi lancia la campagna di stabilire il proprio.
Wearestarting
Nata nel 2015, WeAreStarting è una piattaforma di equity crowdfunding per startup e PMI italiane: in questi anni ha raccolto 1,315 milioni di euro, di cui 1 milione solo nel 2018.
Al momento le campagne pubblicate sulla piattaforma presentano obiettivi di raccolta tra vanno da 35.000 a 120.000 euro, quindi cifre indubbiamente inferiori rispetto ad altre piattaforme, quali Mamacrowd.
Opstart
Piattaforma di equity crowdfunding, Opstart dal 2016 ha raccolto oltre 15 milioni di euro, di cui quasi 5 solo nel 2019, finanziando ben 81 progetti.
La piattaforma consente di finanziare PMI e startup innovative ad alto potenziale, rigorosamente selezionate sulla base della loro capacità di generare redditività e remunerare così il capitale investito.
Eppela
Nata nel 2011, Eppela è una piattaforma di crowdfunding italiana che applica il modello reward based. In questi anni ha raccolto oltre 28 milioni di euro.
La piattaforma consente di impostare campagne di raccolta fondi con una durata minima di 15 giorni e una durata massima di 40. In caso di raggiungimento dell’obiettivo prefissata, Eppela trattiene una commissione del 5% sulla somma raccolta.
Kickstarter
Lanciata a New York nel 2009, Kickstarter è una piattaforma internazionale di reward crowdfunding ed è tra le più conosciute e utilizzate al mondo.
Nell’arco di 10 anni sono stati raccolti 529 milioni di dollari per finanziare ben 439.891 progetti, riguardanti per lo più film indipendenti, videogiochi, musica, spettacoli teatrali, fumetti, giornalismo e imprese legate all’alimentazione.
Indiegogo
Nata a San Francisco nel 2008, Indiegogo è un’altra piattaforma reward-based conosciuta e usata a livello internazionale. A differenza di Kickstarter, però, anche se la somma target non è raggiunta entro il periodo di tempo prefissato, il finanziamento va al progetto.
In questi anni la piattaforma ha raccolto ben 1.3 miliardi di dollari e sono state lanciate oltre 800.000 campagne per finanziare progetti creativi imprenditoriali di arte, film, tecnologia, bricolage, ecc.
ARRIVIAMO AL PUNTO: QUANTO È IMPORTANTE AL GIORNO D’OGGI TUTTO QUESTO?
Sembra una domanda abbastanza scontata, quasi retorica ma che ritengo vero fulcro dell’articolo stesso perché invece nella realtà pochi conoscono la risposta, o meglio conoscono questa soluzione. Il crowdfunding è la prova dell’importanza di saper essere (e fare) una comunità in momenti difficili, specialmente nella tipologia della donazione senza ricevere benefit di alcun genere. Al giorno d’oggi, in cui in ogni momento chiudono tantissimi negozi, aziende, parchi, la raccolta fondi diventa cruciale per la sopravvivenza e salvaguardia di posti di lavoro. Ma ancora la comunicazione in quest’ambito sembrerebbe essere povera perché in pochi sfruttano questi mezzi, pur essendo di facile accesso e utilizzo. Diventa quindi cruciale la redazione e la condivisione di articoli in cui se ne parla, in breve si fa informazione: un’arma in più per sopravvivere in un periodo in cui non sappiamo ancora bene a chi doverci affidare.