EDITORIALE – Arrivederci 2023, benvenuto 2024!

Buoni propositi anno nuovo

Buon 2024 a tutti i nostri lettori!

Abbiamo da pochi giorni salutato il vecchio anno e dato il benvenuto al nuovo e, come da tradizione, è questo, per tutti, il momento dei famosissimi buoni propositi. Delle nuove sfide, dei nuovi obiettivi, delle liste di cose che ci affascinano e che vorremmo fare quest’anno, dei nuovi viaggi. Dei nuovi obiettivi. E come ogni anno, almeno per quanto mi riguarda, il mio elenco puntato è ricco di traguardi raggiungibili, ma anche no – che però inserisco sempre, proprio per accettare la sfida a migliorarmi. Per ripartire con lo giusto spirito e la giusta carica, con voglia di rinnovamento e di cambiamenti, di successi e miglioramenti. L’anno che abbiamo salutato è stato per tutti noi ricco di emozioni, positive e negative, di riflessioni e di traguardi, e noi di Atlas Magazine – Il mondo sulle nostre spalle ci auguriamo che tutti voi siate soddisfatti del 2023 e che possiate esserlo ancora di più in questo nuovo 2024.

Noi lo siamo tantissimo! Il nostro magazine nello scorso anno ha raggiunto numerosi obiettivi e, come sempre, ringraziamo i nostri lettori che ci sostengono sempre e ci invogliano a migliorarci ogni giorno di più. D’altronde, noi di Atlas Magazine – Il mondo sulle nostre spalle siamo da sempre affascinati alle nuove sfide e i nuovi inizi, siamo fiduciosi e speranzosi, sicuramente, come tutti, un po’ spaventati, come in ogni nuova avventura, ma elettrizzati e aperti alle novità e i nuovi obiettivi. E speriamo lo siate anche voi, cari lettori.

E in questo primo numero del nuovo anno, come lo scorso anno, voglio condividere con voi i miei nuovi buoni propositi per il 2024. E, proprio come lo scorso anno, voglio invitare tutti voi a stilare (se non l’avete ancora fatto) la vostra personale lista dei buoni propositi per il nuovo anno, e perché no, condividetela con noi, anche attraverso la nostra pagina social https://www.facebook.com/ilmondosullenostrespalle/.

Ecco di seguito il mio personale elenco puntato:

  1. continuare ad essere felice, per ciò che ho, per gli obiettivi che ho raggiunto, perché adoro il mio lavoro e sono circondata da una splendida famiglia e amici sinceri
  2. avere cura delle persone che mi vogliono bene e del luogo in cui vivo, rendendo la mia quotidianità ancora più green, anche “solo” con piccoli gesti quali evitare lo spreco e ridurre i consumi, i rifiuti, …
  3. essere gentile ogni giorno, anche con chi spesso non è gentile con gli altri, anzi, soprattutto con loro, perché come ti disse una volta la mia cara nonna “devi essere tu ad insegnare la gentilezza a chi non l’ha ancora conosciuta”
  4. prendermi cura della mia salute fisica e mentale, concedendomi tempi di relax e coccole, leggendo o scrivendo un diario, creando una routine che favorisca il mio benessere
  5. stabilire nuovi obiettivi professionali e investire nella mia formazione, step by step, ma senza procrastinare.

Questi, sono solo 5 dei miei buoni propositi per il 2024, ma le vostre liste possono essere più o meno numerose, l’importante sarà poi l’impegno che ci metteremo per il raggiungimento.

Ancora buon anno a tutti e buona lettura.

EDITORIALE – La comunicazione non verbale

La-comunicazione-non-verbale

Esistono vari modi di comunicare. Verbale, scritta, gestuale, monodirezionale, bidirezionale, … Per i linguisti (e non solo) si ha comunicazione quando si ha un comportamento prodotto da un’emittente al fine di trasmettere un’informazione e che viene percepito come tale da un ricevente.

La comunicazione, pertanto, equivale al passaggio di informazioni. Non esiste informazione senza comunicazione. La comunicazione è quindi alla base dell’informazione, ma cosa vuol dire comunicazione?

Il termine «comunicazione» deriva dal verbo communicare che nel suo significato originale (latino) vuol dire “mettere in comune”, ovvero condividere con gli altri pensieri, opinioni, esperienze, sensazioni e sentimenti. A sua volta, communicare fa riferimento al sostantivo femminile di terza declinazione communicatio, – onis: partecipazione, richiesta di parere, deliberazione presa con il pubblico, scambio.

Comunicazione significa quindi etimologicamente “porre in comune” ed è appunto attraverso l’interazione con gli altri che l’uomo realizza la propria identità: la socializzazione, connotazione dell’esistenza umana, è la condizione ed insieme il risultato.

Secondo il Treccani è ogni processo consistente nello scambio di messaggi, attraverso un canale e secondo un codice, tra un sistema (uomo, animale, macchina ecc.) e un altro della stessa natura o di natura diversa.

La comunicazione è quindi intesa come una trasmissione, una partecipazione, una diffusione di qualcosa agli altri, uno scambio di informazione mediante uno o più linguaggi – verbale, gestuale, musicale, ecc. – tra un emittente e un destinatario. Come sua prima esplicitazione potremmo quindi definirla “l’insieme dei fenomeni che comportano la distribuzione di informazioni”.

Tutto può comunicare. Ogni comportamento è inteso come comunicazione. La comunicazione è implicata nel comportamento come il comportamento è parte integrante della comunicazione. Comunicare non vuol dire semplicemente parlare, ma presuppone necessariamente una relazione e quindi uno scambio. Nelle relazioni umane acquistano grande importanza a livello affettivo i gesti, la voce, l’abbigliamento, l’espressione del volto e l’atteggiamento del corpo; l’uomo li percepisce attraverso i sensi che lo mettono in contatto con l’ambiente esterno. Per comunicare è sufficiente la sola presenza della persona, tanto che si dice che “non si può non comunicare”.

Non basta pronunciare, scrivere o disegnare per comunicare, anche il silenzio è comunicazione.

La comunicazione è, pertanto, lo strumento principale attraverso il quale hanno luogo i processi di socializzazione e di inculturazione dell’individuo.

La storia della comunicazione nasce con le prime forme di associazioni umane: gli uomini primitivi si

scambiavano informazioni con segnali vocali e soprattutto a gesti, prima ancora che con la parola. Oggi sono state studiate tante tipologie di comunicazione e, qui, noi di Atlas Magazine – Il mondo sulle nostre spalle vogliamo raccontarvi un po’ più nel dettaglio della comunicazione non verbale.

Nel linguaggio non verbale possiamo fare riferimento alla postura, che indica le nostre intenzioni interiori; alla mimica, che comprende tutti i movimenti del volto; alla gestualità delle mani, delle braccia, delle gambe, dei piedi; al contatto visivo; alla prossemica, ovvero alla distanza e l’orientamento del corpo di una persona in relazione agli altri, cioè il rapporto tra il nostro corpo e lo spazio circostante composto da oggetti o persone. Questa tipologia di comunicazione è estremamente importante.

L’efficacia di un messaggio dipende, infatti, solamente in minima parte dal significato letterale di ciò che viene detto e il modo in cui questo messaggio viene percepito è altamente influenzato dai fattori di comunicazione non verbale (soprattutto nei casi in cui non c’è “familiarità” con il nostro interlocutore). È una comunicazione che può regalare delle informazioni aggiuntive alla comunicazione verbale. Può, ad esempio, indicarci lo stato d’animo dell’interlocutore, può enfatizzare le parole dette o, al contrario, può contraddirle. Esprime emozioni.

Inoltre, si tratta di una comunicazione universalmente comprensibile, capace di superare ogni barriera linguistica. Non è però detto che la comunicazione non verbale sia comprensibile in ogni cultura: spesso persone di diverse etnie o culture hanno delle gestualità differenti e un gesto può non avere lo stesso significato o, addirittura, avere un significato opposto.

La comunicazione non verbale gestisce circa il 70% delle nostre comunicazioni, ed è pertanto importante capirne strategie e modalità. A tal proposito, consiglio il libro di Giuliana Ghiandelli, che ho letto recentemente, dal titolo Comunicazione non verbale. Gesti e linguaggio del corpo: con un’assoluta semplicità, svela principi complessi del comportamento degli uomini per aiutarci a capire al meglio noi stessi e gli altri.

La comunicazione non verbale

Editoriale: pronto alla fine dell’estate?

Siamo quasi al termine della nostra amata estate. Molti di noi sono già rientrati dalle ferie alla routine quotidiana e tra po- che settimane – personalmente spero il più tardi possibile, salu- teremo anche le tante ore di luce, le alte temperature (malgrado i temporali subiti durante questa stagione), i bermuda e le mini- gonne… i nostri bambini ricominceranno le scuole, i più grandi saranno già sotto stress per gli esami universitari di settembre. Settembre. Il mese più gettonato delle nostre conversazioni estive: “ci rivediamo a settembre”, “lo farò poi a settembre”, “a settembre ricomincio la dieta/la palestra/eccetera eccetera”. Con approcci differenti e caratteri diversi, il rientro dalle ferie estive può rappresentare una vera e propria sindrome, un periodo di stress. D’altronde, l’estate rappresenta uno dei periodi più belli e lunghi di relax per molti di noi.

Per questo motivo, e per suggerire ai nostri lettori come affronta- re al meglio questo periodo dell’anno, abbiamo stilato una lista di consigli per superare l’ansia da rientro, per aiutarvi ad alleviare lo scontento e la tristezza per le vacanze finite!

1. Primo fra tutti, evita di alimentare i tuoi sintomi ansiosi con pensieri negativi: la positività porta positività. Concentrati sui tuoi obiettivi allo scopo di ottimizzare tempo ed energie e sfrut- tare in questo modo le opportunità che nei mesi a venire sicura-

mente ci aspettano.
2. Inizia a pianificare qualche giorno prima del rientro, così da prepararti psicologicamente al rientro e gestire al meglio orga- nizzazione e riposo.
3. Mangia sano e mangia tutto, torna in palestra o ricomincia a praticare il tuo sport preferito, contribuirà a far aumentare il li- vello di endorfine e, di conseguenza, a farti sentire più sereno e felice. Mens sana in corpore sano!
4. Concentrati su te stesso e non abbandonare i tuoi amici. Cam- bia look, trova il tempo e le energie per coltivare i tuoi hobby, l’en- tusiasmo e la pratica di ciò che ti piace, contribuirà a farti sentire più soddisfatto, sereno e felice. Trascorri il tuo tempo libero con chi ti fa stare bene, con i tuoi amici e i tuoi cari. Se puoi, organizza pure qualche week end fuori porta!
5. Organizza il tuo rientro in modo graduale, rituffarsi a capofitto nel lavoro potrebbe avere effetti negativi da un punto di vista psi- cologico. Potresti sentirti ancora più stanco e demotivato.

Il rientro dalle vacanze è, nell’immaginario collettivo, anche per gli stakanovisti, un momento traumatico e speriamo che questi consigli ti siano utili per ripartire nel migliore dei modi. Perché se le vacanze durassero tutto l’anno, divertirsi sarebbe stressante come lavorare. (William Shakespeare)