GREEN GAME DIGITAL: al via il Campionato nazionale del riciclo per coinvolgere i giovani, futuri talenti italiani

Sensibilizzare e coinvolgere i giovani, futuri talenti italiani, sulle tematiche dell’economia circolare. È questo l’obiettivo ambizioso del GREEN GAME DIGITAL.

Per l’edizione 2021, Cial, Comieco, Corepla, Coreve e Ricrea, Consorzi Nazionali per la Raccolta, il Recupero ed il Riciclo degli Imballaggi, hanno sviluppato un progetto che lo scorso 3 febbraio ha viste protagoniste diverse scuole, di differenti regioni italiane. Un progetto ideato per affiancare i giovanissimi nell’educazione ambientale, tematica estremamente attuale e discussa sotto varie sfaccettature. Che ci vede ogni giorno sempre più impegnati, non solo come attivi cittadini italiani, ma come cittadini del mondo. Salvaguardare il nostro pianeta, attraverso uno stile di vita attento e rispettoso di tutte le risorse a nostra disposizione, della natura, di tutte le specie. Già dalle piccole azioni quotidiane, che finalmente stiamo valutando come le fondamentali per il rispetto della Terra, del lascito ai nostri figli, nipoti, alle generazioni future.

Piccoli gesti giornalieri, importanti. IMPEGNO. Senza alcun dubbio il sostantivo principe dell’approccio all’educazione ambientale, ad ogni tipo di educazione. Ed è sicuramente questo, il concetto chiave dell’iniziativa sviluppata dai Consorzi Nazionali per la Raccolta, il Recupero ed il Riciclo degli Imballaggi. I GREEN GAME DIGITAL, non esisterebbero senza l’impegno dei giovani studenti, dei loro insegnati, delle famiglie. Ed è sempre attraverso l’impegno che l’iniziativa tutta green tenutasi lo scorso 3 febbraio si propone di coltivare una cultura ambientale negli animi dei più giovani, una cultura del rispetto e dell’amore verso il prossimo.

Un’iniziativa che, per il valore didattico, etico e formativo, è patrocinata dal Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare. Un gioco a quiz, domande a risposta multipla, vero o falso, un format dedicato alla corretta gestione dei rifiuti di imballaggio, alle potenzialità offerte dal riciclo. Tra le tematiche valutate, la concreta opportunità di ridurre la produzione di rifiuti, fare una corretta raccolta differenziata e valorizzare il riciclo degli imballaggi in alluminio, carta e cartone, plastica, vetro e acciaio. Apprendimento e divertimento, per individuare i più meritevoli dell’appellativo di “esperto riciclatore”, che sfiderà poi i suoi colleghi esperti riciclatori durante la Finalissima Nazionale.

Un tour in chiave green, che a tappe attraversa tutta l’Italia, coinvolgendo oltre 20.000 studenti di 106 istituti superiori, uno per ogni provincia italiana. Un campionato nazionale del riciclo che vede protagonisti i ragazzi, sfidarsi classe contro classe per mettere alla prova le loro conoscenze in campo ambientale.

Un’edizione differente dalle precedenti. Nell’anno della didattica a distanza, caratterizzato da uno scenario digitale, gli studenti hanno partecipato da scuola e anche da casa, oltre ad altre novità esclusive dell’edizione 2021.

DECRETO RILANCIO: ECOBONUS 110% – TUTTI I VANTAGGI

Installazione di impianti fotovoltaici e solari termici, misure antisismiche, rifacimento cappotti e infissi, diffusione di colonnine per la ricarica di auto elettriche. Sono solo alcuni dei lavori incentivati dal Decreto Rilancio, il quale intende promuovere e favorire tutti gli interventi di riqualificazione energetica degli edifici, con un duplice scopo:

– rilanciare il settore edilizio in Italia;

– consentire alle famiglie italiane di ristrutturare e migliorare la propria abitazione praticamente a costo zero, non solo in termini di estetica, ma soprattutto di sicurezza e sostenibilità.

In sintesi, grazie al Superbonus del 110%, chi effettua lavori di ristrutturazione entro il 31/12/2021 potrà accedere a una detrazione pari al 110% delle spese sostenute per tali interventi, alla condizione che l’edificio aumenti la propria classe energetica di almeno due valori.

I BENEFICIARI

I soggetti che possono usufruire del Superbonus sono:

– le persone fisiche che possiedono o detengono l’immobile (per esempio proprietari, nudi proprietari, usufruttuari, affittuari e loro familiari);

– i condomini legalmente costituiti;

– gli Istituti autonomi case popolari (IACP);

– le cooperative di abitazione a proprietà indivisa;

– le Onlus;

– associazioni e società sportive dilettantistiche

• INTERVENTI AMMESSI

Sono ammessi i lavori che aumentano l’efficienza energetica dell’edificio, i cosiddetti lavori trainanti:

– Isolamento termico (rifacimento cappotto)

– Sostituzione (non integrazione) degli impianti di riscaldamento esistenti, con impianti a pompa di calore, solari termici, ibridi o geotermici.

A questi lavori (è necessario che se ne effettui almeno uno dei due), è possibile abbinare altri interventi che potranno accedere a loro volta al 110%. Questi sono:

– Installazione di impianti fotovoltaici con i relativi sistemi di accumulo

– Installazione di colonnine di ricarica per auto elettriche

– Sostituzione serramenti e infissi

• DETRAZIONE O CESSIONE DEL CREDITO?

Chi deciderà di effettuare i suddetti interventi e usufruire del Superbonus, potrà:

– se ha capienza Irpef, sostenere personalmente le spese e recuperarle in 5 anni con un profitto del 10%;

– cedere il credito a banche o istituti di credito.

– cedere il proprio credito all’impresa esecutrice, ottenendo uno sconto in fattura fino al 100% dell’importo;

Per approfondire il tema del Superbonus in tutti i suoi aspetti, vi rimandiamo a un interessantissimo Talk Show, organizzato lo scorso maggio dallo Studio Legale Facchinetti, durante il quale sono intervenuti professionisti esperti in materia, i quali hanno discusso la normativa e ne hanno analizzato i vantaggi a 360°: https://www.facebook.com/energyitalyspa/videos/2723238854572358/?epa=SEARCH_BOX

Il Superbonus del 110% è un’opportunità irripetibile da sfruttare al massimo, ma allo stesso tempo complessa a causa del suo lungo iter burocratico, nel quale devono intervenire necessariamente molte figure. 

Proprio per questo motivo consigliamo di affidarsi sempre ad aziende e professionisti esperti del settore, in grado di portare a termine i lavori nei giusti tempi e con le corrette modalità. 

Il rapporto tra nuovi media, digitalizzazione e sostenibilità ambientale: trasformazioni culturali e nuovi strumenti per costruire aziende Eco-friendly

Digitalizzazione e sostenibilità ambientale, due concetti cardini della società odierna e che vantano un legame sempre più evidente. Per sostenibilità ambientale si intende la condizione di uno sviluppo in grado di assicurare il soddisfacimento dei bisogni della generazione presente senza compromettere la possibilità delle generazioni future di realizzare i propri (Treccani, Enciclopedia online). 

Si tratta di un concetto che è indissolubilmente legato all’impatto delle singole azioni sull’ambiente e, di conseguenza, al più generale principio del rispetto dell’ambiente. Oggi è più che mai ritenuto importante agire in modo sostenibile, ovvero ottimizzare e minimizzare l’impatto ambientale delle proprie azioni, delle proprie scelte, così da salvaguardare il mondo che ci circonda. 

Le nuove tecnologie e le trasformazioni culturali derivate da esse, hanno dei vantaggi per l’ambiente e per la salvaguardia del nostro pianeta. In un’ottica di sostenibilità, la digitalizzazione permette di ottenere benefici ambientali a lungo termine. 

Parlare di innovazione e digitalizzazione a beneficio dell’ambiente significa ridurre stampe, consumi, eliminando (o quanto meno limitando) la maggior parte dei processi derivanti dalla produzione e dalla diffusione di supporti fisici, nonché ridurre i costi in termini economici. 

Comunicare attraverso l’utilizzo dei social media o dei differenti strumenti a supporto del mondo digitale consente sia a privati che ad aziende di limitare l’impatto ambientale e operare con velocità, semplicità, chiarezza. Comunicare attraverso l’utilizzo del digitale non solo protegge il nostro ecosistema ma azzera distanze, elimina gli spostamenti, dona voce a tutti gli individui. 

Per questi motivi – e molti altri ancora – la digitalizzazione e la conseguente trasformazione culturale sviluppata da tale fenomeno, ed ancora oggi in atto, è sempre più protagonista del nostro quotidiano, delle nostre aziende. In questi mesi più che mai, abbiamo sentito parlare del lavoro in smart working: consente di mantenere la massima efficienza professionale e, nel frattempo, riduce l’impatto ambientale dovuto da differenti attività lavorative, come ad esempio il traffico o, ancora, tutti questi aspetti negativi legati agli spostamenti per recarsi sul luogo di lavoro. 

Operare in smart working con a disposizione le tecnologie del mondo digitale, permette inoltre di velocizzare diversi processi lavorativi. Ma non tutte le attività quotidiane sono digitalizzabili. Così come la digitalizzazione non riguarda solo il mondo del lavoro. 

La trasformazione culturale attivata dal digitale, per apportare benefici al nostro pianeta deve però necessariamente trovare il punto di partenza nelle scelte e azioni dei singoli individui. Solo grazie al connubio tra sensibilità individuale e innovazione è possibile beneficiare della digitalizzazione in ottica ambientale. 

Per migliorare le prestazioni aziendali e operare per lo sviluppo un’industria e un’economia meno inquinanti, è fondamentale la scelta del singolo.

In questo contesto, l’Agenda ONU 2030 e gli obiettivi del Green New Deal rappresentano un vero e proprio punto di partenza per lo sviluppo di una Rivoluzione aziendale in ottica ambientale. L’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile permette di migliorare le prestazioni aziendali, favorendo un’industria e un’economia meno inquinanti. 

Gli obiettivi di sviluppo sostenibile, inoltre, riconoscono lo stretto legame tra il benessere umano e la salute dei sistemi naturali (Wikipedia Enciclopedia online, definizione Agenda 2030), e l’importanza del capitale umano. L’Agenda ONU 2030 per lo sviluppo sostenibile, sottoscritta il 25 settembre 2015 da 193 Paesi delle Nazioni unite, tra cui l’Italia, è un programma d’azione per le persone, il pianeta e la prosperità, è costituita da 17 Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile, inseriti all’interno di un programma d’azione più vasto, composto da 169 target (traguardi). Questi ultimi – da raggiungere entro il 2030 – rappresentano una vera e propria sfida da vincere in ambito ambientale, economico, sociale e istituzionale.

Anche noti come 17 Goals hanno l’obiettivo di porre fine alla povertà, di lottare contro l’ineguaglianza, affrontare i cambiamenti climatici e costruire una società che rispetti i diritti umani.

Così, acquisiscono fondamentale valore sia l’individuo sia l’ambiente, considerati essenza del cambiamento e dello sviluppo. E il digitale diventa sfida per la sostenibilità ambientale.

DETTO TRA NOI… IL SESTO CONTENITORE

La velocità di trasmissione e diffusione di informazioni fra i popoli, ha portato anche al consolidamento di una terminologia specifica, che caratterizza modi di fare, di pensare, di giudicare, di scernere.              

Una sorta di aferesi mentale che consente all’individuo la immediata catalogazione di messaggi e notizie. Se, per esempio, ascolto la parola look down, in un battibaleno penso a restrizioni dettate dalla pandemia. Oppure low coast mi fa repentinamente pensare ad una situazione dal doppio significato: viaggiare risparmiando.    

Un frasario convenzionale che ci accompagna nella frenesia del nostro vivere comune. Stessa cosa vale per la green economy dove però, la presa coscienza di un problema legato alla salute ed al futuro, ha generato una inclusione sociale ad ampio spettro. Se qualche decennio fa, parlare di green economy, significava pensare ad alternative futuribili di gestione economica dell’ambiente, catalogate più come espressioni motivazionali, che come capitoli di intervento immediato, oggi lo stesso termine abbraccia un vasto campo di azione e, soprattutto, dalla ingerenza improcrastinabile. Si è finalmente compreso che la vita delle future generazioni è direttamente proporzionale alla capacità che abbiamo noi di mantenere le giuste condizioni e le necessarie risorse, in grado di sostenere lo status sociale, ambientale ed economico di chi ci seguirà. Non siamo più nella condizione di dover seminare il terreno oggi, per far raccogliere i frutti a chi verrà domani. Siamo purtroppo costretti ad intervenire su quel terreno, diventato ormai stanco, improduttivo, sterile, eroso.

Non basterebbe l’atto del seminare per garantirsi una futura raccolta. Ecco perché si parla di economia sostenibile, dove lo sviluppo economico dell’umanità, deve camminare fianco a fianco con un utilizzo misurato e coscienzioso delle risorse naturali ancora disponibili.

Ho scritto volutamente “ancora”, perché il mancato e mirato intervento, portano inevitabilmente alla graduale perdita delle possibilità del necessario risanamento. Anche gli animali in via di estinzione vengono protetti con attenzioni particolari e tecniche riproduttive intensive. 

Non è più una questione di mera responsabilità sociale, ma innovativa. E l’innovazione cammina di pari passo con l’economia, diventando alla fine una questione geo politica. Non a caso, per esempio, si sta pensando di sperimentare la produzione di auto con batterie alimentate con potassio, piuttosto che con il litio.

Agli occhi dei più potrebbe apparire una decisione in grado di distribuire beneficio a tutti, senza riflettere sul fatto che, tale variazione strategica, penalizzerebbe alcune nazioni produttrici a vantaggio di altre. Porto un esempio ancora più banale: immaginate se, per assurdo, le automobili fossero alimentate a grano. Chi ci guadagnerebbe? I grandi produttori di frumento.

Ecco perché, quando parliamo di sostenibilità, non possiamo pensare solo all’ambiente ed al risparmio. Dobbiamo includere un codice etico, alimentandolo con giusti valori; un palinsesto ambientale, calandolo nel contesto sociale; una strategia comportamentale, sostenendola con un corretto sistema del fare.   Non possiamo dimenticare che, ogni anno, muoiono sessantamila persone a causa dell’inquinamento. La vita non può mai essere barattata con la corsa sfrenata verso il progresso. Ben vengano quindi gli interventi mirati a tali risultati, come: la produzione di energia pulita, la drastica riduzione dello smog e delle altre fonti inquinanti, la razionalizzazione dello smaltimento dei rifiuti.

Non a caso la Comunità Europea si è formalmente ed ufficialmente impegnata ad arrivare, entro il 2030, alla realizzazione di uno sviluppo sostenibile, portando al 55% la produzione energetica proveniente da fonti rinnovabili.

Sviluppo sostenibile è, quindi e soprattutto, la salvaguardia del principio della equità sociale. Produzione e smaltimento dovranno cioè convivere senza intaccare gli ecosistemi, ridistribuendo il tutto tra le diverse popolazioni, in maniera equilibrata e proporzionata. Non ci potrà mai essere reale sviluppo se transita attraverso l’emarginazione degli ultimi, quelli spesso rigettati dalla società. Siamo ormai tutti abituati a smaltire i rifiuti secondo la loro organicità: carta, plastica, vetro etc.

Di solito vengono smistati in cinque contenitori finalizzati e ben visibili. Poi c’è il sesto contenitore, nascosto perché posato sul pavimento della nostra coscienza. È quello che racchiude i nostri pregiudizi nei confronti di coloro che consideriamo rifiuti della società. I primi sono frutto dell’indifferenziata, i secondi dell’indifferenza.  

Detto fra noi, visto che questo sesto contenitore rimane quasi sempre pieno, proviamo a svuotarlo almeno in questi giorni di festa. Che bello sarebbe!

Parco Natura Viva: passione, formazione e crowdfunding

Collegandoci direttamente con l’articolo sul crowdfunding in questo articolo di Atlas, oggi parleremo anche delle realtà in Italia che reagiscono con forza e determinazione alla pandemia e non solo, utilizzando le proprie forze e strumenti efficaci per raccogliere fondi per sostenere realtà in difficoltà

Stiamo parlando del Parco Natura Viva di Bussolengo, riconosciuto e recensito da tantissimi visitatori (quasi 16 mila recensioni su Google). Noto oltre che per il vasto ventaglio di specie all’interno dello stesso, anche per i valori che trasportano questa bellissima organizzazione: passione e formazione.

Portavoce di tutto ciò è Cesare Avesani Zaborra, CEO del parco Natura Viva (Centro Tutela Specie Minacciate) e laureato in Scienze Biologiche. Durante la nostra intervista ci ha raccontato diversi aspetti della propria realtà, vera rappresentazione di come bisogna intendere oggi un parco, il trattamento degli animali, la loro reintroduzione nel loro habitat naturale e quanto oggi, ma anche in passato, è stato importante il crowdfunding.

Tutti questi aspetti chiave che andremo piano piano scoprendo in questo articolo ci sono stati raccontati attraverso episodi chiave, dimostrazione che le esperienze ci portano a imparare davvero qualcosa, non solamente con i libri.

Prima di affrontare il discorso centrale sulla raccolta fondi è bene secondo Cesare dover fare una premessa sulla cultura degli animali e del loro trattamento, specie quando si parla di mantenimento.

Ci racconta infatti come già in passato, ma ancora oggi purtroppo, viene travisato il termine “parco” con l’accezione ottocentesca, dove normalmente gli animali provenienti dai loro ambienti vengano traferiti in città per semplicemente essere trasformati in pezzi da museo in cui vengono esposti. Il parco si è da allora trasformato, evoluto se vogliamo, in un tassello di un sistema molto più complesso ma necessario per mantenere le specie più a rischio, comportando sicuramente dei grossi investimenti. Questa è la premessa a cui Cesare tiene far presente, perché comunque viviamo in un mondo in cui l’informazione bisogna prenderla con le pinze, dove è necessario far parlare gli esperti formati sui libri e sul campo.

Chiarito questo punto quindi è ancora più giusto capire la realtà di Natura Viva, il modus operandi, i valori e il lavoro che viene fatto, giustificando successivamente il tema centrale: quanto sia importante la raccolta fondi in questo settore.

Un’altra premessa che Cesare ha tenuto fare è che non è “solo” la struttura del parco ad essere a rischio durante questa pandemia ma la biodiversità stessa che contraddistingue la nostra natura.

Anche essa infatti viene colpita duramente ma con un effetto particolare e magari già risentito in altri ambienti o settori: l’effetto domino.

Quel particolare flusso di conseguenze che rendono irreversibile un intero sistema, così è in natura. Senza addentrarci in particolari più scientifici, si rischia l’estinzione stessa delle specie, sia dal punto di vista genetico che da quello di catena alimentare in quanto anche altri animali rischiano di non poter sopravvivere se non rispettano questa catena naturale.

Il mantenimento quindi è a rischio, strutture che possano aiutare gli animali a ripartire dove erano rimasti, concedere un nuovo punto di partenza. In pratica una sorta di effetto domino all’interno di un effetto domino.

Si ritorna quindi sul Parco Natura Viva che oltre a voler formare le persone, necessaria assieme alla passione (una “missione per la disponibilità”), ha bisogno di sostenere spese importanti per salvaguardare le specie ospitate all’interno.

La tipologia di crowdfunding in questione è la Donation Crowdfunding: una raccolta fondi basata sul risultato di poter salvare un aspetto, una realtà, in difficoltà. Il parco Natura Viva ha messo il suo per sostenere gli animali ma non basta per mantenere tutta la struttura, aprendo di fatto la raccolta fondi per salvare anche i posti di lavoro, manutenzione e altri aspetti che mandano avanti questa bellissima e affascinante organizzazione.

L’obiettivo è quello di poter raggiungere la quota di 100 mila euro e ne hanno raggiunti già 24 mila (il link per donare è questo https://www.gofundme.com/f/ueb2e-aiuta-gli-animali-del-parco-natura-viva). Oltre ad augurare la miglior ripresa del parco da questo brutto colpo della pandemia, noi ci teniamo a sottolineare ancora quanto sia importante il mantenimento non solo delle specie ospitate, che sono ben 200 di cui 1200 animali, ma anche della struttura che mantiene e cura questo parco, necessaria per la reintroduzione nell’habitat naturale.

Il CEO del Parco Natura Viva teneva anche a condividere un esempio lampante di quanto si possa ottenere con una comunicazione efficace per raggiungere i risultati che questi settori meritano, oggi più che mai.

Una raccolta fondi della EAZA (European Associations of Zoos and Aquaria) durata due anni in cui vengono raccolti per la conservazione delle specie più a rischio la bellezza di 63 milioni di euro.

Un esempio lampante e rappresentativo in cui l’unione e l’organizzazione fanno la forza ma anche che il crowdfunding non sia una sorpresa in tutto ciò e che ancora di più fa vedere la grande volontà della folla nel saper dare il giusto per le giuste cause. Uno strumento in più che ci aiuta a combattere il virus e uscirne insieme rafforzati.

Legambiente presenta Ecosistema Urbano: Rapporto sulle performance ambientali delle città 2020

Un’istantanea di un’Italia attenta e dinamica contro un’Italia statica. Ecco le trasformazioni in chiave green dei nostri capoluoghi.

È stato pubblicato lo scorso 6 novembre 2020, il Rapporto sulle performance ambientali delle città, capoluoghi italiani, presentato da Legambiente: associazione ambientalista nazionale, attiva dal 1980.

In collaborazione con Ambiente Italia Group, specializzata in consulenza e progettazione ambientale, e Il Sole 24 Ore, Ecosistema Urbano: Rapporto sulle performance ambientali delle città 2020, giunto alla ventisettesima edizione, si propone l’obiettivo di analizzare le trasformazioni urbane in chiave green.

Con dati relative le performance ambientali su inquinamento, rete idrica, fonti rinnovabili, trasporto pubblico e mobilità, raccolta differenziata.

Un’istantanea che ci rivela un lento cambiamento green in atto nel nostro Paese. E ci mostra un’Italia divisa in due: una parte attenta alle scelte urbanistiche, alle fonti rinnovabili, ai servizi di mobilità e la crescita di spazi naturali, l’altra, invece, statica.

In fondo alla classifica, molte città metropolitane ma anche Pescara, Palermo e Vibo Valentia. In testa, invece, Trento, Mantova, Pordenone, Bolzano e Reggio Emilia. Ancora una volta Milano è, tra le grandi città, centro urbano in crescita, al ventinovesimo posto.

I dati sono relativi al 2019. Pertanto, fotografano una realtà antecedente la pandemia. Tema centrale del Report di Legambiente 2020: come ripartire dopo un’emergenza sanitaria, economica, globale, che ha caratterizzato tutto il nostro Paese e non solo? Per Legambiente, sarà necessario proiettarsi verso un futuro più sostenibile, realizzando un vero Green New Deal, e utilizzando il RecoveryPlan. I centri urbani, i loro Sindaci, devono essere il fulcro della ripartenza post pandemia del nostro Paese.

Presenti anche le 17 Best Practices premiate come unicità del settore e che meritano di essere replicate sul nostro Paese. Come la Ciclopolitana di Cosenza: una rete ciclabile lunga più di 30 km, o il Complesso Residenziale “NzeB di San Giusto” di Prato.

Qui: è possibile visualizzare il Rapporto 2020.