Social Media: ha ancora senso parlare di rivoluzione?

Una piattaforma dove ognuno di noi ha il potere di comunicare con chiunque nel mondo e in qualsiasi forma: foto, video, articoli, incontrare vecchie amicizie o crearne di nuove, scambiare opinioni, vendere prodotti, assumere persone. Un enorme reticolo di funzioni che fungono da stampino della nostra personalità: i social media sono tutto questo e sono oggi la più grande conquista che internet abbia potuto offrirci. Vi spiego i perché, come utilizzarli e gli esempi di Tik Tok e Cam.Tv.

I PERCHÉ DELLA RIVOLUZIONE

Parlare di social oggi come rivoluzione ha davvero poco senso ma necessita sempre un resoconto, un “tracciare la linea” diciamo, per vedere cosa sono i social e perché ancora oggi sono rivoluzionanti. Partiamo dal primo punto: i social sono e siamo noi.

Sono partiti con la creazione di un profilo, con tanto di foto e descrizione di chi siamo, i nostri interessi e passioni, opinioni per poi collegarci con chi condivideva tutto questo e creare nuove relazioni forti, seppur online.

Quindi questo è il primo pilastro dei Perché, i social simulano la nostra realtà: il nostro aspetto, personalità e ci mettono in campo virtuale per trovare i nostri simili, creando così comunità o società, collegandoci pur essendo in capi opposti della nazione o del mondo. Tutto questo in 5 minuti, connessione lenta permettendo.

Si atterra quindi al secondo Perché, ossia i social rappresentano noi, il nostro pensiero.

Al nostro profilo social diamo anche una voce, un pensiero appunto, e lo mettiamo a confronto con quello di qualcun altro. Semplificando di molto, le cose possono andare in due modi: o si è d’accordo o si è in disaccordo. È anche questo lo straordinario potere, il confronto non poteva essere così semplice, veloce, ubiquo, e non lo è mai stato. Si creano dunque dibattiti, ma anche partiti dello stesso pensiero, movimenti che possono anche influenzare l’opinione reale di ciascuno di noi. Ci addentriamo tra poco sul contro altare, non da meno, delle opinioni.

Rimane intanto il fatto che i social ci hanno plasmato, o viceversa, ma comunque rappresentano noi stessi come persone e comunità online e quindi la nostra società virtuale in cui la democrazia assume un ruolo praticamente sganciato dalle dinamiche concrete della realtà.

Collegandoci proprio a quest’ultima frase, arriviamo proprio a quello che credo sia il motivo più importante per cui i social hanno rivoluzionato il nostro modo di comunicare, presentare e aumentare l’immagine di noi stessi: i social hanno livellato le gerarchie sociali.

Ognuno ha la possibilità di avere un canale, ognuno può esprimere la propria opinione, ognuno può essere d’accordo e creare una pagina dove tutti la pensiamo allo stesso modo, soprattutto ognuno ha lo stesso valore di ogni altro membro della piattaforma social.

Stiamo spiegando quindi l’avvento degli influencer in poche parole: sono le persone che più di altri e senza particolari sotterfugi utilizzano al meglio questi canali riuscendo a dare più valore alle proprie passioni o opinioni, diventando importanti nella società online, acquisendo carisma e credibilità in quello che dicono.

Facciamo un esempio recente, ai tempi del Covid, confrontando un influencer con 1 milione di follower e un medico con 500 follower. Quest’ultimo pur avendo un parere più consone e autorevole sulla questione sanitaria sarà sempre meno “ascoltato” rispetto alla prima controparte che vanta di un pubblico nettamente più vasto e sempre in crescita. Questo gioco provocatorio non solo vuole evidenziare la parità dei social che mettono istituzioni e società allo stesso livello, ma anche le opinioni stesse, anzi spesso le opinioni più ascoltate sono prese per veritiere. Ci stiamo addentrando quindi verso il quarto Perché della rivoluzione dei social, ossia la comunicazione dell’informazione.

Quest’ultimo Perché che ci porterà a come utilizzare questi potenti mezzi è quello che più li mette a rischio, sia dal punto di vista della buona rivoluzione sia al contrario dal punto di vista delle persone che (anche giustamente) li demonizzano. Quante volte infatti sentiamo parlare di Fake News, notizie false, in cui vengono portati dati fallaci a discapito dell’opinione altrui e per darsi da soli una ragione. Per molti possono essere facilmente smascherabili ma la capillarità della rete non ci dà minimamente idea di quanto un’informazione, che sia vero o peggio falsa, sia velocemente trasmissibile, virale. L’informazione non è mai stata così tanto a rischio e a repentaglio: sono più le persone che si informano sui social che sui giornali, sono più le persone che guardano video di reporter amatoriali che di autorevoli testate in televisione. Per chi ha una formazione o una consapevolezza ripeto, tutto questo è “smascherabile”, chi invece utilizza tutto questo senza un buon senso o quantomeno un sistema immunitario digitale in grado di riconoscere una notizia falsa da quella vera sarà presto vittima del qualunquismo o peggio ancora del complottismo.

Arriviamo quindi alla seconda parte dell’articolo.

COME UTILIZZARE AL MEGLIO I SOCIAL

Dopo esserci riportati al presente con la domanda perché ancora oggi i social rivoluzionano la nostra vita quotidiana, i nostri pensieri e la nostra società, è arrivato dunque il momento di chiederci come utilizzare al meglio questo potente canale, sia per divertimento sia per monetizzare la nostra attività.

In qualsiasi caso voi vogliate iniziare ad utilizzare i social c’è sempre un fattore da considerare che vi orienterà al meglio: a chi parliamo. LinkedIn parla ai professionisti, Instagram e Facebook a persone con passioni, blogger, atleti (un po’ di tutto diciamo), si differenziano solo per l’età: Facebook parla con un target che si aggira sui 25 anni in su, Instagram parla con un target che si aggira dai 20 anni in poi. Arrivando poi agli ultimi arrivati ma non meno importanti: Tik Tok e Cam.Tv, il cui target è giovanissimo nel primo e nel secondo si rivolge a professionisti e forti appassionati. Ma questi ultimi due li vedremo meglio nella parte finale dell’articolo.

Una volta individuato il nostro social ideale, è utilissimo capire quindi che cosa vogliamo dare al nostro pubblico che ci segue e no, stabilendo quindi il nostro messaggio (il prodotto/servizio dell’azienda o di noi stessi) con un determinato tono di voce: professionale, divertente, ironico, non importa quale, basti che rappresenti voi stessi.

Ma i social non sono solo azione ma anche ricezione. Anche questo se vogliamo è una rivoluzione, perché è abbastanza semplice: se prima con i media tradizionali il messaggio era unidirezionale, con i nuovi media adesso è molto più democratica la trasmissione, in cui ognuno di noi può essere l’emittente e il pubblico allo stesso tempo.

Bisogna quindi anche capire come utilizzare i social quando interagiamo con i contenuti di altre persone. Qui è necessaria la massima attenzione: la consapevolezza di sapere che siamo in un social network, in cui chiunque ha voce in capitolo e libero di dire praticamente ciò che vuole, in dovere di dire come la pensa su qualsiasi cosa accada nel mondo “reale”. Consecutivamente è fondamentale essere in grado di capire come reagire davanti queste: commentare, mettere il famoso “like”, condividendo, questionare e perché no, litigare. Queste però sono azioni quasi naturali per chiunque, meno invece è l’avere con noi una lente in grado di riconoscere quando dar peso a qualcosa, soprattutto quando tratta di temi delicati quali la sanità pubblica ad esempio. Informatevi, sempre e non solo sui social perché il sistema rappresenta solo e soltanto noi stessi (vedere prima parte dell’articolo) e di conseguenza farà vedere solo ciò che a noi interessa. Siate consapevoli di questo dato di fatto.

Come in una normale società, come la intendiamo dal vivo in cui esiste il confronto, esiste anche lo svago o il divertimento. Questo nei social si traduce con “challenge”: una sfida orientata al maggior coinvolgimento possibile di tutti i partecipanti, in cui ci si sfida e si viene invitati a fare lo stesso. Questo per tenere vivo il gruppo, per aumentare il senso di appartenenza. Anche qui, come per il fattore del confronto, c’è un lato negativo: non ci sono limitazioni a queste sfide, come non ci sono particolari limitazioni nel modo di confrontarsi tra persone. Quindi anche in questo caso, saper utilizzare i social non vuol dire solo saper parteciparvi ma anche avere la consapevolezza o il buon senso dei limiti, altrimenti il rischio di poter incappare in incidenti è decisamente alto.

Cam.Tv e Tik Tok: i social per monetizzare e velocizzare i contenuti.

Qui vedremo i nostri esempi più lampanti di quello che è stato detto finora: l’innovazione, i social che hanno plasmato noi stessi, il modo di vivere all’interno di una società online e soprattutto come utilizzarli al meglio.

TIK TOK

Sicuramente uno dei social più in voga degli ultimi anni e che ha scatenato il suo successo soprattutto nella cerchia dei giovanissimi della comunità. Il punto centrale su cui verte il messaggio di Tik Tok e che lo caratterizza rispetto ai suoi colleghi come Facebook e Instagram è “sfruttate al meglio il tempo a disposizione” che in poche parole significa velocità e creatività.

Se infatti andiamo a esplorare cosa viene prodotto all’interno della piattaforma vedremo contenuti velocissimi da consumare (durata massima dai 15 ai 60 secondi) e soprattutto creativi al massimo per saper catturare subito l’attenzione del consumatore. Quindi possiamo vedere il perché ha ottenuto così tanto successo: si è allontanato parecchio da quella che prima consideravamo a inizio articolo una rivoluzione, la condivisione di noi stessi attraverso pensieri, opinioni, esperienze arrivando a condividere invece la bravura nel saper utilizzare con una comunità online il tempo a nostra disposizione e nella maniera più veloce possibile, perché ormai l’attenzione sul nostro schermo è sempre più fragile, effimera.

Conviene anche soffermarsi su l’altra caratteristica di Tik Tok, la velocità di condivisione dei contenuti che spesso si traduce con giochi, viralità, intrattenimento, in una parola “challenge” ovvero la sfida e il piacere di sfidare gli altri. Il succo dei social, ed è per questo che Tik Tok ne entra benissimo a far parte è il gusto del confronto con il prossimo con l’obiettivo di aver ragione nel caso delle opinioni, oppure nel caso delle challenge nel gusto di vincere.

Ma come detto precedentemente, saper utilizzare il social è alla base del corretto utilizzo e di chi utilizza questo mezzo. Non è strano infatti sentire di incidenti dovute a certe sfide estreme che portano chiunque a fare mosse azzardate, per dirlo eufemisticamente, pur di vincere, fino ad arrivare al punto di morire. Ecco l’unica pecca che paradossalmente è anche la cosa più bella dei social: la democrazia nell’utilizzare questo mezzo, lo rende anche pericoloso per tutti SE non educati adeguatamente a utilizzarli o almeno limitati da filtri delicati come l’età (gli incidenti dovute alle challenge sono infatti frequenti con i bambini o adolescenti).

Tik Tok merita sicuramente il successo ottenuto, anzi non è nemmeno utile dire che sia una novità ma è l’esempio più evidente di come il successo di un’applicazione social è altrettanto una minaccia importante per la salvaguardia di categorie non protette efficacemente dall’applicazione stessa.

CAM.TV

Passiamo ad una controparte che merita la stessa identica attenzione mediatica del social precedentemente citato, magari non per tipo di successo tra i giovanissimi ma per novità dell’applicazione di un social verso la comunità. Il punto, infatti, di ogni social è quello di essere utile o almeno che offra novità rispetto alla concorrenza perché altrimenti non da ragione di esistere o di essere utilizzata. Questo vale per il tema che trattiamo adesso ma vale in realtà per ogni cosa esistente nel business.

Quindi, Cam.Tv. Il motivo per cui questo social merita la giusta attenzione da parte nostra è l’estrema novità di poter dare alla comunità online la possibilità di poter lavorare anche da casa, cosa che in questo periodo di lockdown dovuto alla pandemia del Covid-19 è ben poco scontata, anzi è una tragedia per moltissime attività, costrette a chiudere proprio perché il contatto con il cliente era tutto. La consulenza, ad esempio, ha visto la crisi perché l’incontro con il cliente in loco era il momento in cui si poteva la spiegazione del business e la trattativa.

Con Cam.Tv si è aperta una porta che forse poteva essere quasi scontata, è sempre così con le idee giuste. Viene unito il concetto di comunità online, viva, in grado di scambiare conoscenze e opinioni, assieme al concetto “nuovo” di call, meeting, chiamatelo come volete, l’importante è che sia online. Vista la distanza sociale imposta lo strumento diventa indispensabile.

Immaginatevi quindi di tradurre letteralmente la vostra attività digitalmente, i vantaggi che trarrete sono a dir poco così tanti da non sapere di elencarli davvero tutti: velocità, network, ampliamento della propria rete di vendita, creazione di nuovi interessi proficui grazie alle funzionalità di Internet. E potrei andare avanti.

Arriviamo all’altra e non meno importante novità di Cam.Tv che necessita rispondere all’essenziale domanda che ogni professionista con un’attività si starà chiedendo: come vengono retribuite le mie attività in questa piattaforma? Semplice, con la criptovaluta del sistema all’interno di Cam.Tv, chiamata LKScoin. Detta in maniera potabile, grazie a questa moneta virtuale sarete in grado di poter fornire consulenze a pagamento alla vostra rete di vendita attuale e ai vostri nuovi clienti trovati proprio grazie all’applicazione Cam.Tv. Inoltre, potrete comunicare i vostri video, pensieri, consigli per guidare il vostro cliente e per ricompensarvi o meglio sostenere la vostra attività, vi donerà in forma di “likes” i vostri LKScoin.

Quindi arriviamo alla terza novità, che come potrete notare ognuna è direttamente collegata. L’ultima novità risiede nel sapersi elevare all’interno del contesto online e renderlo il più giustificabile, o professionale, possibile. I contenuti non sono più leggeri ma diventano veri e propri strumenti di guadagno, o meglio, di valore! Saper comunicare non vuol dire più parlare e basta ma significa saper investire (tempo o denaro, ma spesso entrambi) in quello in cui si crede: video, seminari, articoli e chi più ne ha più ne metta.

Questo è l’insegnamento importante che invece di offre Cam.Tv: online tu hai il potenziale per trasformare la tua attività in qualcosa di ancora più speciale, più grande e di valore, come un’evoluzione, o meglio ancora, una rivoluzione.

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